La storia
Il Valcalepio ha rappresentato sicuramente la rinascita dell’enologia in terra bergamasca.
A seguito di un periodo, quello dell’industrializzazione selvaggia, nel quale l’abbandono dei terreni collinari sembrava inarrestabile; verso la metà degli anni Settanta si trovano le forze per porre le prime basi per una nuova, grande, avventura del vino bergamasco che può vantare una storia che data all’età medievale.
Il fulcro di questo progetto è stato rappresentato dalla Cantina Sociale Bergamasca che, in quegli anni, ha iniziato una nutrita serie di vinificazioni sperimentali con vitigni autoctoni e vitigni miglioratori, fino ad arrivare alla scelta di due tipologie per le quali richiedere la doc.
Rimane indelebile per i viticoltori bergamaschi il 1976, anno in cui si ottenne il decreto che sancisce ufficialmente la denominazione di origine controllata Valcalepio nelle due tipologie: rosso e bianco.
Per quell’epoca la scelta era decisamente coraggiosa: il rosso univa due vitigni importanti, Merlot e Cabernet, mentre per il bianco veniva codificato l’impiego di Pinot bianco e Pinot grigio. La struttura agricola nella bergamasca era in decisa evoluzione: si passava dalla mezzadria alla conduzione diretta e tante piccole realtà produttive emergevano e si affermavano in un contesto del consumo del vino in rapida evoluzione.
In questo ambito, la fondazione del Consorzio Tutela Valcalepio, che si riprometteva di compiere un’opera di unione delle varie realtà e di formazione dei produttori sia da un punto di vista viticolo che enologico, costituiva sicuramente un evento dirompente, soprattutto per la lungimiranza operativa, tutta protesa a creare lo sviluppo delle piccole imprese.
E quale miglior simbolo per dichiarare apertamente le ambizioni di innovare il settore vitivinicolo e portare l’enologia bergamasca ad un livello qualitativo tale da permetterle di conquistare mercati vicini e lontani se non l’effige di Bartolomeo Colleoni, il più famoso condottiero bergamasco?
Un notevole aiuto alla nascita di questa realtà fu fornito dalla locale Camera di Commercio e dall’Amministrazione Provinciale che, negli anni, hanno supportato le aziende al fine di portarle all’adeguamento delle strutture produttive e mercantili.
Nel 1993 si intuisce l’importanza di dare un nuovo impulso all’innovazione e di codificarla nella doc: ecco quindi la modifica al disciplinare con l’avvento di una nuova tipologia di rosso, la riserva, caratterizzata da un invecchiamento più accentuato. Nel nuovo disciplinare si è inoltre data maggiore dignità alle varietà autoctone con l’introduzione della tipologia Moscato passito.
l resto è cronaca che, tra gli eventi più importanti, porta a perseguire e a ottenere, primi in Italia, la certificazione di prodotto. La passione e il pragmatismo tipico bergamasco si fondono in questo progetto, che inizia con una poderosa indagine di verifica delle attese del consumatore, volto a dare al bevitore saggio maggiore soddisfazione e la sicurezza nella scelta. Così, redatto un rigoroso disciplinare basato sulle caratteristiche organolettiche dei Valcalepio, istituito un gruppo di giudici esperti che agiscono secondo le norme scientifiche dell’analisi sensoriale, viene chiamato un ente terzo operante secondo le norme Iso a garantire la perfetta rispondenza tra qualità promessa e qualità erogata.
I vini
CONSULTA IL BOLLETTINO UFFICIALE DI REGIONE LOMBARDIA SERIE ORDINARIA N44 DEL 30/10/2023 CHE RIPORTA LA PROPOSTA DI MODIFICA DEL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEL VINO A DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA VALCALEPIO
Il Valcalepio rosso DOC
Protagonista indiscusso della Denominazione il Valcalepio Rosso Doc è un blend di uve Merlot e Cabernet Sauvignon vinificate separatamente (vista la differente epoca di maturazione delle uve).
All’inizio della primavera i vini vengono assemblati nelle proporzioni indicate dal disciplinare: Merlot 40-75% e Cabernet 25-60%.
Si passa quindi ad un affinamento in botte di almeno dodici mesi, dei quali almeno sei in botti di rovere, a cui segue l’immissione al consumo dal 1 novembre dell’anno successivo alla vendemmia.
Il Valcalepio Rosso Doc si presenta in un colore rosso rubino tendente al granata, profumo intenso con netto sentore in cui è riconoscibile l’amarena; di sapore asciutto, morbido con una sensazione armonica nale piena e soddisfacente.
Si adatta perfettamente ai piatti di carni rosse e bianche, arrosti, cacciagione e formaggi.
Va servito ad una temperatura di circa 18 C°, utilizzando l’apposito calice Valcalepio.
Produzione uva ad ettaro 10 ton. Resa uva/vino 70%.
Non chiamatelo Bordolese: a Bergamo il Valcalepio è “Niger” (ossia Nero!)
Il Valcalepio rosso riserva DOC
La tipologia Riserva mantiene le caratteristiche del Valcalepio Rosso Doc, supportate però da una maggiore struttura e da una personalità nettamente superiore.
La ricchezza di tannini dolci, dovuti al lungo affinamento in legno, lo rende un vino importante ma piacevole da bere che può essere abbinato a piatti di carne impegnativi e a formaggi.
Anche in questo caso la caratteristica più ricercata e voluta è l’armonia.
Il Valcalepio bianco DOC
È prodotto dall’unione di uve Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio nelle proporzioni indicate dal disciplinare ( 55-80% Pinot Bianco e/o Chardonnay, 20-45% Pinot Grigio).
Il colore è giallo paglierino, al profumo è intenso con netti sentori fruttati riconducibili ai vitigni di provenienza.
Al sapore è secco e asciutto con una sensazione nale piena e armonica.
Si adatta perfettamente ad antipasti, ai primi piatti con sughi bianchi e alle portate di pesce.
Va servito ad una temperatura di circa 10 C°.
Produzione uva ad ettaro 9 ton. Resa uva/vino 70%.
Il Valcalepio moscato passito DOC
È un vino rosso passito ottenuto per il 100% da uve “Moscato di Scanzo” prodotte e vini cate fuori dal comune di Scanzorosciate. Il Moscato di Scanzo è un vitigno autoctono riscoperto e selezionato negli anni ’80 diventato un mito a causa della sua rarità.
Il Valcalepio Moscato Passito Doc si ottiene con un procedimento che prevede la raccolta dell’uva nei primi giorni di ottobre, in seguito alla quale i grappoli vengono posti in appassimento per almeno 21 giorni.
Solo a questo punto si procede alla vini cazione, durante la quale la fase fermentativa avviene dapprima sulle bucce e poi con il solo mosto.
A seguito del lento processo di fermentazione e il successivo af namento, il vino può essere posto in commercio a partire dalla primavera del secondo anno successivo alla vendemmia.
E’ di color rosso rubino con un aroma pronunciato e sentori di rosa appassita, salvia sclarea, miele d’acacia, frutti rossi e, in alcuni casi, note speziate di pepe e cannella.
Si beve generalmente a fine pasto con pasticceria secca ma è da provare anche l‘abbinamento con formaggi (erborinati e non).
Va servito a 15 C°.
Produzione uva ad ettaro 6,5 ton. Resa uva/vino 40%.
Zone di produzione
- Villongo
- Credaro
- Cenate Sotto
- Carobbio degli Angeli
- Torre de’ Roveri
- Villa di Serio
- Entratico
- Gandosso
- San Paolo d’Argon
- Ranica
- Predore
- Sarnico
- Viadanica
- Adrara San Martino
- Adrara San Rocco
- Foresto Sparso
- Castelli Calepio
- Grumello del Monte
- Telgate
- Bolgare
- Chiuduno
- Gorlago
- Zandobbio
- Trescore Balneario
- Luzzana
- Cenate Sopra
- Costa di Mezzate
- Montello
- Bagnatica
- Brusaporto
- Seriate
- Albano Sant’Alessandro
- Scanzorosciate
- Nembro
- Alzano Lombardo
- Torre Boldone
- Bergamo
- Ponteranica
- Sorisole
- Villa d’Almè
- Paladina
- Valbrembo
- Mozzo
- Curno
- Palazzago
- Pontida
- Barzana
- Mapello
- Villa d’Adda
- Carvico
- Sotto il Monte Giovanni XXIII